Il mio Comune

LE FACCENDE DELLA NOSTRA CITTÀ



 IL DEMONE (politico) SI ANNIDA NEI DETTAGLI.

Una affermazione che si adatta bene anche alla situazione della gestione del verde pubblico (oltre che dei vari parchi anche dei vari marciapiedi) nella nostra bella Perugia.

A dire tutta la verità la "nostra bella Perugia" inizia a non essere poi tanto più bella per il sistema nella gestione del verde urbano che la nostra amministrazione comunale mette in atto; fatta, sicuramente, con tutta buona volontà e la professionalità da chi materialmente la esegue ma, purtroppo, organizzata dai nostri politici, con scarso riguardo ai dettagli che sono quasi più importanti (tanto dal punto di vista estetico quanto da quello economico) della "macro politica" che si può mettere in atto per la problematica del verde cittadino in generale.

Conferma di quello che affermo si può avere da molti esempi che potrei portare a dimostrazione della mia tesi ma, per averne una idea concreta, basta quello che sto denunciando.

Lo scorso mese, la 1° Commissione comunale, (leggi l'articolo) ha approvato (da sottolineare all'unanimità per non dare colpe o meriti ad una sola parte politica) il regolamento sul verde urbano.

Un atto sicuramente da elogiare ma, purtroppo, notevolmente incompleto, per quanto riguarda la gestione del verde nella sua problematica totale: naturalmente se per "verde urbano" i nostri stimati politici-amministratori comunali, vedono anche quel verde che cresce, come "aiuole pirata", in copiosa parte dei marciapiedi o nell'asfalto delle strade urbane, a dispetto di tutti i regolamenti possibile della nostra compagine politica.

Come scrivevo sopra, non si tratta solo di un aspetto estetico delle nostre strade, in particolar modo quelle del centro città che non sono del centro storico, le quali sono tenute in modo adeguato per ragioni di turismo, ma anche e sopratutto per ragioni di risparmio economico nella manutenzione dei marciapiedi stessi, o dei posti dove le "aiuole pirata" hanno l'intenzione di farsi vedere rigogliose!

In definitiva, per terminale la mia denuncia, mi domando se i nostri amatissimi amministratori si rendono conto o no di questo stato di cose e di come ciò arrechi dei danni di notevole entità alle strutture dove crescono? Strutture che poi bisogna comunque riparare e dove, i costi di queste riparazioni, risultano molto più onerosi che mandare qualcuno a controllare dove nascono e immediatamente estirparle con i metodi adatti.

Chi ha buone orecchie intenda!


 IL PROBLEMA È A MONTE!

Taser o no, mezzi di coercizione più adeguati alle forza di Polizia Locale, posti fissi di Polizia nei punti strategici dei nostri quartieri più a rischio, o altre organizzazioni adeguate allo scopo possono sicuramente aiutare a chi contrasta la delinquenza nella nostra città ma non è sicuramente la strada unica per rendere i nostri quartieri più sicuri se non si guarda il problema a monte mettendo in atto, in quella sede, adeguati provvedimenti adatti allo scopo.

Il problema sta nel poter individuare a priori (cioè prima che avvengano episodi del genere) i soggetti probabili autori futuri di questi atti estremamente antisociali e pericolosi per l'incolumità dei cittadini; i quali soggetti aggrediti siano tutori dell'ordine o semplici cittadini.

Ciò si può mettere in atto solamente attuando un serio controllo, continuo e organizzato nonché adeguatamente efficiente, pressante e duraturo nel tempo su chi non dà garanzie di un comportamento idoneo a poter vivere nella nostra comunità. Comunque, una volta individuati, questi soggetti a rischio, devono, in ogni modo e maniera, essere allontanati dopo un minimo segno di possibili atti antisociali, senza una pur minima possibilità che facciano ritorno dove hanno commesso un qualsiasi reato contro la stessa comunità.

E questi provvedimenti e controlli, oltre che alle normali Forze di Polizia e Carabinieri, aspetta, di fatto, alla politica comunale per la capacità e la possibilità giuridica di emanare provvedimenti per tale scopo del nostro sindaco. (leggi qui)


UNO SFOGO COMPRENSIBILE MA INDIRIZZATO MALE!

Il titolare dell'omonima associazione (Mirò) afferma che la medesima associazione ha rivitalizzato il parco dei Rimbocchi.

Nel medesimo tempo afferma che la Microcriminalità e i residenti non tollerano la musica anche se di moderato volume.

Sarà sicuramente così ma la "rivitalizzazione" non passa certo per qualche manifestazione che avviene di tanto in tanto: ne abbiamo numerosi esempi con altri parchi cittadini dove, come finita la musica e le manifestazioni, ricomincia lo spaccio e gli atti criminali, vandalici e non!

Poi afferma ancora che la microcriminalità e i residenti non tollerano la musica! Ma come si può accomunare "microcriminalità e residenti" nell'unanimità affermando che i due soggetti, per lo stesso motivo, sono concordi in quell'intollerabilità?

Forse il problema è in medesimo ma le motivazioni possibili dell'intollerabilità sono sicuramente diverse; per i residenti si tratta di, presunto o meno, disturbo della quiete mentre, per la criminalità si tratta, inequivocabilmente di disturbo per il loro mercato!

Poi l'affermare che i "...soliti noti, quelli che vogliono la desertificazione del parco quelli che almeno gli spacciatori non fanno rumore, quelli che fanno gli esposti, solo per il piacere di romperti le scatole" mi sembra veramente uno sfogo fuori luogo, uno sfogo comprensibile solo per il fatto che perdere, con la chiusura dell'associazione, l'orgoglio di poter fare qualcosa di buono per la nostra Perugia.

Ma, a dire la verità, nulla di nuovo sotto il sole per il  verde pubblico perché tutti i parchi che dovrebbero adornare di bello e utile la nostra città, sono tutti malati della stessa malattia: una politica di intervento inefficiente da parte del Comune e dell'assessore preposto alla loro vivibilità.

Noi di "Perugia: Social City" pesiamo che lo sfogo, ben spiegato nell'articolo del Corriere dell'Umbria" (leggi qui) dovesse essere rivolto, più che alla criminalità ed ai cittadini intolleranti e vendicativi (solo per il piacere di romperti le scatole), alle autorità politiche del nostro Comune che da molto tempo, cercano una strada per risolvere il problema del verde pubblico, senza mai trovare quella giusta per risolverlo e per fare in modo che i cittadini possano usufruirne senza incappare in bande devastatrici e spacciatori, con tossico-dipendenti al seguito e le loro bustine da vedere o comprare.


 PERUGIA: 30 GIORNI DI CHIUSURA...

...per smaltire le sbornie e poi daccapo a quindici!

Nell'articolo riportato su Umbria Radio si legge:

"La Polizia di Stato, con decreto del Questore di Perugia, ha disposto la chiusura e la sospensione di un esercizio di vicinato, per un periodo di trenta giorni, ai sensi dell'art. 100 del T.U.L.P.S.".

E ancora si legge;

"Lo stesso locale, infine, era già stato destinatario di un analogo provvedimento di chiusura per venti giorni, ai sensi dell'art. 100 T.U.L.P.S., lo scorso 15 aprile, sempre a seguito di vari disordini."!

E dopo tutto ciò ancora, chi gestisce la politica comunale, non ha capito che per estirpare le erbacce non serve tagliare in superficie ma è necessario estirparle dalle radici?

In soldoni; "estirpare le erbacce" significa mettere questi elementi in condizioni di non avere la possibilità di calpestare il suolo della nostra Perugia; dargli un ben servito se non sono residenti o, se lo sono, controllarli costantemente dove sono e cosa fanno!

Ma, purtroppo , secondo come la vedo io, i nostri stimati amministratori non sono riusciti neppure ad individuarne le radici dove si trovano ed allora: siamo alle solito Calimero!

Le Forze dell'Ordine fanno il loro dovere; è chiaro che di più non possono mentre, il "Calimero" del Comune, non sente da nessuno dei suoi "orecchi politici" e seguita a non prendere quei necessari provvedimenti per poter dare, una volta per tutte, la sicurezza ai residenti là dove avvengono questi incresciosi fatti a cui, purtroppo, ci hanno insegnato a sopportare, recitandoci sempre lo stesso ritornello che "...la percezione della presunta mancata sicurezza, da parte dei cittadini, è esagerata per quello che in realtà succede.

"Ma noi non ci crediamo..." come recitavano i versi di una canzone che cantava Sandra Mondaini in una nota trasmissione di molti anni fa, soprattutto perché gli accadimenti ci confermano che la realtà è ben diversa da come vorrebbero farci credere!

Ed in questa, visibile a tutti, realtà non passa neanche per l'anticamera del cervello, a chiamministra il Comune, che la questione sicurezza a Perugia, come in qualsiasi altra parte del Paese, non può essere lasciata in delega solo allo Stato attraverso le Forze dell'Ordine ma innanzi tutto, in prima istanza, spetta alla politica comunale, con i suoi obblighi e i suoi doveri verso la comunità che amministra, garantire la certezza di una vita lontana dalle paure e dalle violenze che la malavita può, in ogni momento, far subire ai cittadini togliendogli, di fatto, un presente ed un futuro migliore da vivere. (Leggi qui)


SI VIAGGIA VERSO LA LIBERTÀ?

(o c'è da aspettarsi il contrario per la nostra Democrazia?)

"Tana libera tutti!"

Nascondino è un gioco di squadra che da ragazzini, chi più e chi meno, ci abbiamo giocato tutti.

Tutti avevamo la speranza di essere gli eroi del gioco che, standosene ben nascosti, alla fine riuscivamo con la toccata di mano della "tana", a gridare tana libera tutti, costringendo il malcapitato a rimanere alla conta.

Ma poi crescendo, come sempre capita, ci siamo dovuti rendere conto che nella vita reale; e specialmente per quanto concerne le faccende della politica, quell'eroe che libera tutti, poteva essere l'opposto di quello che tanti anni fa credevamo.

La nostra Perugia, nelle ultime due votazioni per il rinnovo dell'organo comunale, ne sta per diventare un lampante esempio.

Un esempio non per i risultati ottenuti (il volere della gente che ha votato è democrazia) ma per la dinamica che sta portando a certi poco chiari risultati.

Se prima con il centrosinistra che conduceva i giochi in Comune, ci dava l'impressione di stare in una "botte di latta", per la staticità di gestione a cui era arrivata e quant'altro, ora che la situazione è totalmente di ideologia politica opposta, siamo sicuri di stare in una "botte di ferro"?

Al bar, o dove mi trovo con gli amici a parlare di fatti politici, dove metto sempre in guardia che potremmo svegliarci una mattina e trovare in strada una politica fascista, mi sento sempre rispondere, e magari qualcuno ne è proprio convinto, che il fascismo per ragioni contingenti alla situazione sociale, economica e culturale, (tanto per enunciare le maggiori condizioni) non potrà mai tornare, ed io, convinto più che mai di ciò che potrebbe essere, ribadisco ogni volta che il concetto di fascismo che intendo, non è quello delle "camice nere, del fez, del manganello e della marcia su Roma"; anche se, al contrario, un rappresentante di un partito, che fa parte della maggioranza nel nostro Comune, si è visto comportarsi con un atteggiamento di disprezzo nei confronti di un gruppo (Perugia Pride ) che stava manifestando, in un passato evento  in piazza, il proprio disagio sociale. Fortunatamente la Magistratura, come logico, lo sta mettendo alle strette!

Come si diceva, non è sicuramente il fascismo dei primi passi di Benito che stava a Milano pronto a trafugare in Svizzera se qualcosa fosse andato storto, mentre mandava i suoi gerarchi ad alloggiare all'Hotel Brufani di Perugia a organizzare ed incitare i "camerati", dal Palazzo della Provincia, alla necessità politica della marcia sulla capitale!

No! il fascismo che potrebbe, in ogni momento arrivare, è tutto ciò che in nome della propria ideologia, inchioda la Democrazia sulla croce in nome dei propri interessi politici!

I segni premonitori ci sono tutti anche nella nostra piccola Perugia. Il problema è sapere quando accadrà!


 Perugia, il nodino, la maggioranza e opposizione in Comune!

Tra il dire e il fare...ci sono sempre di mezzo una marea di volontà!

Le volontà dei cittadini; le volontà degli amministratori; le volontà degli uffici tecnici che dovrebbero intervenire e chi più ce ne ha più ne metta!

E quindi, soprattutto in politica, si nota la massima espressione della dicotomia su ciò che si chiede e su ciò che si ottiene e come si ottiene.

Il modo di far politica e la sua mal celata opportunità, specialmente quella che tocca direttamente i cittadini di qualunque città con il suo sindaco, la sua giunta e quelli che hanno la discrezionalità di fare o non fare le cose, si può trovare e capire nella normale prassi di gestione delle problematiche che riguardano la città di loro competenza.

Perugia non è una eccezione perché la sua politica comunale non è differente da qualunque altra città del nostro Paese!

Ma, se le cose vanno proprio in questo verso, non c'è proprio da meravigliarsi! Rientra perfettamente nella più assoluta normalità perché i suddetti signori amministratori, si sa, hanno in mano la bacchetta e l'orchestra la dirigono loro come, dove e quando vogliono.

Ma comunque, in Comune, ci sono amministratori e amministratori!

Sopra si è detto del comportamento dei signori della maggioranza ma di quello dell'opposizione cosa si può dire?

Tutto e nulla!

Non basta solo esistere: bisogna vedere anche quale musica debbono, anche loro, suonare!

Una orchestra che non ha gli strumenti non può suonare nulla neanche qui a Perugia!

Gli strumenti politici per mettere in ginocchio la volontà della maggioranza li tengono in mano solo loro e la loro capacità di organizzarsi e di intervenire nel territorio è la musica che dovrebbero suonale!

D'altro cando, come potrebbero fare i cittadini, per risolvere i loro problemi suonando con la loro orchestra che in effetti non esiste?

Una orchestra che non ha gli strumenti non può suonare nulla e così succede ovunque!

Si dirà: "Ma ci sono le associazioni dei cittadini che esistono!". Certo! Ma, per capire fino in fondo, domandiamoci: "A quale "parrocchia" politica appartengono? In che modo e in quale sostanza dicono di essere a favore dei cittadini e di perorare le richieste degli stessi? Ed anche se fossero veramente dalla parte dei cittadini quale aiuto avrebbero dai consiglieri dell'opposizione se dopo le uscite delle aule comunali non vanno a protestare in piazza insieme ai cittadini?" (leggi qui)


 "HAI DURA TERRA PERCHÉ NON T'APRISTI?"

Chi, dal proprio Paese di origine, è costretto, per ragioni politiche, economiche o di qualsiasi altra natura, a spostarsi in altri, sono convinto che è questo il grido che gli esce dal profondo della suo essere quando si trova di fronte una Nazione con dei valori, con una cultura e delle radici diverse dalle proprie alle quali, giocoforza, è costretto ad assimilare; anche se, in qualche modo,contrastano con quelle che si porta con se.

Ancora più dura, per lui,è quando la cultura e le radici del suo Paese sono sostanzialmente molto diverse!

Certo, non sono momenti felici per chi è costretto ad emigrare ma, comunque sia, se vuole convivere in quel Paese che si è scelto, deve far buon viso a cattiva sorte.

D'altro canto chi accoglie, deve in ogni modo agevolare la così detta "integrazione".

Ma, come da sempre si è compreso, questa integrazione non può essere imposta: l'integrazione è una decisione che deve essere accettata da coloro a cui viene proposta e, guai se non fosse così, ha delle regole da rispettare da entrambi le parti; tanto da chi offre, quanto a chi è offerta.

A chi offre è d'obbligo di trovare delle condizioni generali accettabili per agevolare e rendere fattibile l'integrazione mentre a coloro che viene offerta è fatto obbligo di accettare le regole e le radici del Paese al quale hanno deciso di affidarsi. Se una cultura fosse annullata perché l'altra la sovrasta, sarebbe un completo fallimento da ambo le parti.

Noi di "Perugia: Social City" abbiamo letto con interesse ed attenzione la lettera aperta, riguardo a l'integrazione qui a Perugia, inviata al sindaco ed a l'assessore Varasano e, seppur contenga certe verità innegabili, abbiamo notato che in definitiva, è specchio di un certo indirizzo che ci sembra troppo di ideologia politica di parte, piuttosto che un sacrosanto principio di convivenza sociale.


PERUGIA, LA POLITICA E IL RUOLO DI VIA PALERMO NELLA MOBILITÀ CITTADINA.

Via Palermo è ormai da molto tempo nota nella nostra città per essere una via, per certi versi, "disgraziata" in un quartiere, quello della Pallotta, che non ha molto posto nelle coscienze politiche dei nostri amministratori comunali.
Una via che, per lungo tempo dimenticata, ha visto un poco di ossigeno da respirare dal degrado in cui da moltissimi anni era lasciata quando energie e capitali di private aziende si sono spesi per generare, in loco, un punto commerciale e quando, al posto dell'antico capannone abbattuto della motorizzazione, è stato realizzato un piazzale asfaltato, piatto ed inutile che rappresenta in modo più che appropriato il nulla amministrativo, poi il vuoto: è ripiombata nel dimenticatoio politico più assoluto!
Ora, vista questa via sotto un altro importante punto di vista, a noi di "Perugia: Social City", sorge il dovere civico di denunciare certe indifferenze che la fanno ripiombare nuovamente dentro il sacco, già stracolmo in ogni dove a Perugia, delle decisioni prese senza la pur minima visione di insieme per dare delle adeguate soluzioni ai numerosi problemi della nostra male amministrata città.

Veniamo al motivo concreto di questo articolo.

Il giorno 5 Maggio scorso si è riunita la III° Commissione comunale con l'OdG: "Piano urbano della mobilità sostenibile e i suoi sviluppi".

Si sa che ogni buona maggioranza, la quale porta sempre l'acqua al suo mulino, tende in ogni faccenda a mettere in evidenza ciò che con il sudore della propria fronte e una volontà politica di ferro (come dicono loro) ha realizzato per il bene della collettività ma, e se ne capiscono i motivi, nasconde in modo più o meno occulto, ciò che si è dimenticata di fare o ciò (e mi sembra molto più probabile) che non ha voluto o potuto realizzare.

Nella seduta della suddetta Commissione si è discusso, appunto, su ciò che riguarda la mobilità sostenibile e i suoi sviluppi (chi volesse leggere per intero la nota stampa pubblicata dallo stesso Comune può trovarla sullo stesso sito del Comune) ma, a dirla tutta, più che la programmazione di un piano urbano per la mobilità sostenibile, ci è parso che sia una dichiarazione di intenti su ciò che si dovrebbe fare senza, tra l'altro, un concreto piano di interventi reali (ed anche con un senso della realtà molto vago).

Comunque un aspetto è molto evidente: come succede molto spesso nella politica, ci si dimentica di discutere sulle cose che non si vogliono realizzare o delle situazioni in cui non è gratificante interessarsi, lasciandole sospese nell'aria come anime in Purgatorio; e questo è proprio il caso di via Palermo e ciò che potrebbe significare, di concreto, per il problema della mobilità in città.

Iniziamo con il dire che via Palermo riveste, per come è ubicata, un ruolo importante nell'ingresso in città per l'enorme traffico che sopporta. Il tratto della superstrada che la interseca, con lo svincolo di Prepo, è il punto più vicino al centro storico che si potrebbe raggiungere, per chi viene a visitare Perugia, in pochi minuti se, naturalmente, fosse servita con una particolare attenzione dalle linee di trasporto urbano. È pur vero che viene "lambita" da linee a lei non dedicate ma, tali passaggi, non possono essere utili allo scopo e all'importanza che questa parte della città dovrebbe ricevere. Ci vorrebbe una linea specifica dedicata con capolinea in loco e che raggiunga, nel minor tempo possibile, il centro storico cittadino.

La zona, per chi la conosce, sa che è completamente tagliata fuori dalla possibilità di servizi che potrebbe dare al turismo. Ma se fosse il contrario alleggerirebbe notevolmente le altre; come per esempio la zona di Pian di Massiamo. Anche se la zona della Pallotta è completamente tagliata fuori dal MiniMetro, ciò non vuol dire che non potrebbe essere utilizzata allo scopo. Si da il caso che i numerosi parcheggi a suo tempo creati nella zona, per chi entra in città, darebbero la possibilità concreta di essere utilizzata. Tra le altre cose, sotto al piazzale del Bove, è ubicato un servizio di aria sosta camper e roulotte molto importante.

Gli amministratori comunali che non riescono a capire che questa parte della città deve essere valorizzata in tal senso, certo non fanno il bene della stessa.


 IL "TOPO POLITICO" CHE SI AGGIRA A PERUGIA!

Durante la mia prima giovinezza, quando abitavo il Corso Garibaldi in quel di Porta Sant'Angelo, un piccolo topino di campagna, entrato in casa senza essere invitato, ci procurava dei notevoli danni al mobilio. Il gatto non l'avevamo è le trappole non servivano a nulla perché evidentemente il roditore le conosceva e sapeva evitarle con furbizia.

Ma quello che a tutti della famiglia sorprendeva era come in "sorcetto" sapeva dove, quando e come rodere.

In pratica era così abile di farsene accorgere, del suo lavoro, solo dopo che il mobile aggredito collassava rovinosamente per il fondo di un cassetto che cedeva o quant'altro.

Nel lungo tempo trascorso, da allora ad oggi, mi ero completamente dimenticato di questo episodio casalingo fino a quando, nella mia attenzione ai problemi della città, il comportamento della politica comunale è stato il motivo che ha fatto ritornare alla mente questo ricordo.

Come? Presto detto!

Quando i vari assessori il sindaco o chi per essi elogiano nei loro interventi ciò che hanno fatto o che faranno per portare a livelli superiori il benessere dei cittadini si comportano, pari pari, come messer topino dei tempi andati in casa Tamburi; "rodono" dove gli conviene lasciando indietro ciò che reputano meno importante per il loro plauso!

Strade, verde pubblico e degrado urbano sono i tre punti principali che interessano i loro "dentini" ma per roderli come gli fa più politicamente comodo.

Le strade dissestate della città?

Ecco gli interventi che intendono fare secondo il crono programma del "piano strade" che hanno stabilito.

L'assessore competente ai lavori pubblici, infrastrutture ed ambiente del Comune, stila il punto della situazione sul 'piano strade' secondo gli intendimenti dell'amministrazione Romizi dichiarando il 20 aprile a Ponte Pattoli (come il 22 il piazza Puletti):

"Prosegue il piano delle bitumature. Dopo aver terminato l'intervento nel centro abitato di Casaglia nella giornata di oggi (20 aprile '22) si sta completando anche quello, molto importante, lungo via XIV settembre. I prossimi cantieri, dopo le festività pasquali, riguarderanno strada Fosso Infernaccio, via Fiesole a Prepo e strada della Forcella a Cenerente".

Poi c'è l'intervento di via XIV settembre, che rientra nell'ambito dell'appalto per 800mila euro che riguarda le bitumature di diverse strade cittadine. In particolare, in questo lotto, sono già state completate: Casaglia (450metri), via Cestellini a Ponte San Giovanni, strada degli Ornari e Strada Tiberina sud a Balanzano. I lavori in via XIV settembre, ove si è deciso di intervenire nel periodo della chiusura delle scuole per le vacanze pasquali onde contenere, per quanto possibile, i disagi alla circolazione, interessa un tratto di 400 metri.

Concludono poi con i successivi cantieri che interesseranno la strada Fosso Infernaccio (300 metri), via Fiesole (220 metri) e strada della Forcella (700 metri) a Cenerente".

E degli altri 500 chilometri di strade dissestate della città non ne vogliamo parlare? Aspettiamo che collassino sopra i cittadini come i mobili di casa mia collassavano in casa nostra?

Il verde pubblico poi te lo raccomando!

Senza tema di sbagliare, perché i fatti sono chiari e incontrovertibili, buona parte del verde pubblico nella nostra città è arrivato ad un punto di degrado precario e quasi irreversibile.

Ma l'aspetto molto più preoccupante di queste situazioni è la politica che il Comune sta adottando perché, oltre che inesistente ed inadeguata, dannosa. Un atteggiamento che mira più che altro a mettere in evidenza l'aspetto formale delle situazioni piuttosto che intervenire concretamente per migliorare lo stato di estremo degrado delle strutture che, nei vari parchi, sono di fatto non più agibili quando addirittura pericolose per chi cerca di utilizzarli.

Una politica tesa solo al mero aspetto dell'apparire al solo scopo di dimostrare la propria bravura piuttosto che alla concretezza di voler migliorare lo stato dei parchi.

Ovvero c'è un notevole distinguo da fare in merito; alcuni parchi sono più fortunati dei rimanenti nel territorio come lo dimostra ciò.

Come tutti sappiamo il Comune partecipa all'avviso pubblico del ministero della cultura "Proposte di intervento per il restauro e la valorizzazione di parchi e giardini storici", nell'ambito del PNRR che prevede risorse complessive per 190 milioni di euro.

Benissimo! È un'occasione irrinunciabile per la città ma, purtroppo c'è una domanda che vuole una immediata risposta.

Come mai questi finanziamenti importanti vanno rivolti per valorizzare solo alcuni dei nostri giardini storici, come il Pincetto, Sant'Angelo e San Matteo degli Armen, come dichiarato dall'assessore competente a l'ambiente?

Una spiegazione logica ci dovrà pur essere per queste decisioni a noi cittadini oscure. Oppure è un altra "rosicchiata" del topolino campagnolo che rovinava i miei mobili?

Il degrado che distrugge la città?

Non parliamo poi degli interventi per togliere il degrado urbano che vengono proprio effettuati a "macchia di leopardo", denotando il segno evidente della mancanza di una reale programmazione onde poter soddisfare le esigenze che sono alquanto numerose nei vari quartieri i quali hanno bisogno e che ugualmente aspettano invano di essere sanati; avendo il diritto di essere tutti soddisfatti. Tanto è vero che nel discorso fatto dal sindaco a Ponte Pattoli è stato messo in rilievo solamente quelle che Romizi ha definito "ferite che non potevano essere trascurate", parlando esclusivamente di Fontivegge e dei palazzi incompiuti di Ponte San Giovanni e dando il contentino ai residenti dello stesso Ponte Pattoli per la costruzione della nuova scuola con una spesa di oltre 3 milioni di euro; fermo restando che trovassero i fondi necessari!

E questo non lo chiamate "rodere" dove fa comodo?


 ANNI DI SILENZIO ED INVISIBILITÀ!

Dopo svariati anni di silenzio sulla nostra esistenza, il sindaco (pro tempore) del nostro Comune Andrea Romizi, il giorno mercoledì 20 aprile prossimo, mi invita ufficialmente come coordinatore dell'associazione "Perugia:Social City", alla cerimonia di conclusione dei lavori di manutenzione straordinaria della centrale termica e spogliatoi del campo sportivo e di adeguamento normativo di efficentamento energetico del CVA di Ponte Pattoli.

Noi ne siamo felicissimi (anche se dubbiosi nel motivo) ma, sinceramente, non possiamo non notare che per una che ne fanno cento aspettano di essere fatte!

Intendendo dire, come abbiamo sempre denunciato in questi anni di attenzione, che molti altri problemi (seri) della città attendono di essere risolti da moltissimo tempo e che sarebbe proprio il caso di risolverli!

Come sarebbe bello, in termini di onestà politica, che i nostri amministratori/politici comunali ci invitassero chiamandoci anche alle NON INAUGURAZIONI delle cose ancora da fare per risolvere i problemi per i quali le intenzioni ancora neanche sono nelle loro menti.

Sarebbe un modo sano e nuovo di fare politica per rapportarsi concretamente con i cittadini che amministrano.

Ma intendiamoci: con tutti i cittadini e non solo quelli con le tessere dei partiti in tasca che interessano a loro!

Chissà se i medesimi cittadini possano essere in grado di dargli qualche buona "dritta" per farci amministrare meglio?


 AMARE VERAMENTE PERUGIA!

Chi ama veramente politicamente Perugia dovrebbe lasciare indietro le critiche al sindaco (uscente) Andrea Romizi.

 Non perché abbia cambiato registro nelle decisioni da prendere per gestire gli affari pubblici della nostra amata città ma solamente perché siamo più di 5000 cittadini e quindi, non essendo possibile un terzo mandato, possiamo già considerarlo come ex sindaco.

Quello a cui dovremmo rivolgere la nostra attenzione (politica) è il guaio peggiore che ci potrebbe capitare cioè avere il nuovo sindaco che fosse eletto  dall'estrema destra.

Una disgrazia del genere proprio non ce la meriteremmo davvero!

"Ma gli atti non sono belli"; pensava quel rospo che vedeva appuntire un bastone!

Certo è che se i partiti di sinistra non si svegliano presto dal loro letargo politico questa, purtroppo, è la fine che dovrà fare la nostra sfortunata città!